PRESENTAZIONE

La parola oggi non ci è amica: inghiottita dalla imperante legge della velocità, essa è ridotta a vocabolo, slogan, merce. Ma se il nostro tempo appartiene ormai ai padroni del linguaggio, noi dobbiamo riappropriarci di parole espropriate: noi dobbiamo tornare a essere cittadini del linguaggio.

Nel segno della parola risuonano le voci degli autori greci, latini, giudaico-cristiani che ci orientano nell’impero retorico del nostro presente, e che il Centro Studi “La permanenza del Classico” dell’Università degli Studi di Bologna offre al pubblico nei giorni 6, 13, 20 maggio e 3 giugno 2004. La parola che strega, che inganna, che offende: ma che sa anche nominare il vero, elevare gli animi, lenire il dolore.

I classici – i nostri contemporanei – possono farci il dono di un nuovo linguaggio: della riconciliazione tra l’eloquenza e la sapienza, tra il dire e il parlare, tra il suono e il significato delle parole. Quello di essere filologi – amici delle parole – non deve essere privilegio di pochi, bensì diritto e impegno di ogni uomo


Da Nel segno della parola, A cura del Centro Studi "La permanenza del classico", Bologna (FuoriThema - LibriArena) 2004, 219 pp., € 2,50. RICERCHE 5.