3)
Per lo scandalo suscitato già in antico dal canto demodocheo –
sommo esempio di serio-comico – si vedano le seguenti testimonianze
discusse a lezione:
A)
Xenoph. fr. 15 G.-P.2
Tutto attribuirono agli dèi Omero ed Esiodo
quanto fra gli uomini è vergogna e biasimo,
il furto, l’adulterio e il reciproco inganno
B)
Pl. Resp. III 390c
Ti sembra opportuno che in vista del suo autocontrollo [enkráteia]
un giovane ascolti parole siffatte?[…] O raccontare che
Zeus dimenticò tutto quel che aveva deciso […] per
via del desiderio o dei piaceri d’amore, e fu tanto sconvolto dalla
vista di Era che non attese neppure di andare in camera, ma volle unirsi
con lei lì sul pavimento, dicendole di essere così preso
dal desiderio come neppure la prima volta […]? O anche
dire che Ares e Afrodite furono legati da Efesto per altri fatti simili?
C)
Athen. III 122c
Era è un’ingannatrice e Ares è un adultero, e
per questo tutti accusano [kategoroûsin] Omero
D)
Schol. Ar. Pax 778 (p. 122,10 Holw.)
Era d’uso per gli antichi cantare le nozze di dèi e di
eroi. Apione fa osservare queste cose contro coloro che eliminano
[athetoûntas] l’adulterio di Ares e Afrodite
nell’Odissea
E)
Schol. Od. VIII 267 (p. 378 Dind.)
A proposito della relazione di Ares e Afrodite, [Demodoco]
li educa a non essere impudenti, visto che anche gli dèi sono umiliati
per simili ragioni. / Non è strano che il citarodo [kitharodós]
intoni questo canto di fronte a un uditorio di gaudenti, cercando di renderli
moderati [sophronízon] tramite le cose di cui
godono. Perciò rappresenta l’adultero in catene e fa dire
agli dèi: «non fruttano bene le male azioni» [v.
329]. E Odisseo cosa dice? «Orsù, continua, e raccontaci
lo stratagemma [kósmon: o la costruzione, o il canto]
del cavallo, sottintendendo che Demodoco non avrebbe dovuto cantare
un adulterio divino, bensì azioni utili e lodevoli. Lo accusa evidentemente
perché non si sarebbero dovute rivelare simili vicende a proposito
degli dèi. Ma l’accusa non ricade su Omero. Sono storie tramandate
dalla più remota antichità, sia in opere d’arte che
in riti, sia greci che barbarici. Che Omero non abbia apprezzato tali
argomenti risulta chiaro dalle parole che attribuisce ad Atena: «muoia
chiunque altro facesse lo stesso» [Od. I 47, a proposito
dell’adultero Egisto]. Inoltre Omero non conosce il matrimonio
di Efesto con Afrodite, e ne fa piuttosto il marito di Charis; Demodoco
canta tali argomenti secondo la propria creazione mitica [idíai
muthopoiíai].
Per le posizioni
moderne che ripetono in buona parte la prospettiva (moralistica) antica,
si può vedere il quadro fornito da W. Burkert, Das Lied von
Ares und Aphrodites. Zur Verhältnis von Odyssee und Ilias, «Rheinisches
Museum» n. F. CIII (1960) 130-144, oppure in italiano S. Grandolini,
Canti e aedi nei poemi omerici, Pisa-Roma (Istituti Editoriali e
Poligrafici Internazionali) 1996, pp. 123-130. |