1) Chi è Ermes? Una definizione (a caso) per cominciare: «Ermes appare come messaggero e agente degli dèi, protettore degli eroi, libe-ratore dagli spiriti che infestano i crocicchi, custode della sicurezza delle strade e di coloro che le percorrono (araldi, viandanti, mercanti), patro-no delle attività umane in cui si richiedono particolari abilità, da quelle letterarie e culturali a quelle commerciali e, all’occasione, ladresche» (AA.VV., Dizionario della civiltà classica, Milano 20012, s.v. Hermes, II 1117s.).

2) Qualche epiteto e qualche immagine omerica: a) «Messaggero Argheifonte» [diáktoros argeiphóntes] (Il. II 103; Od. I 84; per il solo diáktoros cf. Od. VIII 335; XII 390, XV 319): cf. Od. V 28s.: a Ermete, al suo caro figlio, Zeus parlò: «Ermete, tu sempre sei il messaggero [ággelos]; b) «Benefico» o «Veloce» [erioúnios] (Il. XX 72; XXIV 680), «Datore di Beni» [dôtor heáon] (Od. VIII 335): cf. Il. XXIV 333-335: e Zeus disse a Ermete, il suo caro figlio: / «Ermete, sempre ti è graditissimo / accompagnare un mortale [andrí hetairíssai], e ascolti [éklues] chi tu vuoi», e 460s.: O vecchio, io venni a te, nume immortale, / Ermete: il padre mi ti diede per guida [pompós]; ma cf. anche Od. XXIV 1-10: Ma Ermete Cillenio chiamava le ombre / dei pretendenti; aveva in mano la verga / bella, d’oro [rábdon … kalèn chruséien], con cui gli occhi degli uomini affascina [thélgei], / di quelli che vuole, e può svegliare chi dorme; / le guidava movendola, e quelle gli andavano dietro squittendo [trízousai]; / […] le conduceva / il benefico [akáketa] Ermes per putridi sentieri, e H. Hymn. 4,572: perfetto messaggero in Ade (cf. IG XIV 769 messaggero di Persefone). c) «Occhio Acuto Argheifonte» [eúskopos argheiphóntes] (Od. I 38); d) «Verga d’Oro» [chrusórrapis] (Od. V 87; X 277).

3) Qualche epiclesi cultuale: enódios, hódios («viandante»), pompaîos, pompós («guida»), nómios («dei pascoli»), epimélios («che bada al gregge»), oiopólos («pecoraio»), chtónios («sotterraneo»), leistér («brigante»), puledókos, pulaîos, propúlaios thuraîos, strophaîos («che sta presso la porta», «liminare»), opopetér («guardia notturna»), triképhalos o tetraképhalos («a tre o quattro teste»), agoraîos («della piazza»), kataibátes («che compie la discesa»), psuchopompós («guida delle anime»),

4) Qualche derivazione antonomastica, aggettivale, proverbiale: hermés «erma», hermaîon o hermeîon «erma» (cf. hermaîos lóphos in Od. XVI 471: il «colle di Ermes»?); Hermaîon, «Ermeo», toponimo diffuso in Beozia e in Arcadia; hermaîos, «lucroso, proficuo»; hérmaion «colpo fortunato», «felice coincidenza», «ritrovamento casuale», «bella idea»; koinòs Hermês, «un po’ per uno»; Hermês epeiseléluthe, «è sopraggiunto Ermes» = lupus in fabula; kinchánei nin Hermês, «Ermes lo coglie» = «muore».

5) Ermes è un dio della pastorizia? a) Il. XIV 490s. Ilioneo, figlio di Forbante ricco di greggi [polúmelos], che grandemente / Ermete amava fra i Teucri, e gli diede ricchezza; cf. Il. XVI 179ss. Eudoro guerriero guidava la seconda [nave di Achille], / figlio di non maritata; lo generò Polimela bella a danzare / … il gagliardo Argheifonte / la bramò … / ed ecco accanto a lei si stese furtivo / Ermete benigno; ed ella gli diede uno splendido figlio, / Eudoro, rapido a correre. b) Od. XIV 432-436: Il porcaio / s’alzò a fare le parti, che in cuore ben sapeva giustizia: / in sette divise tutto facendo le parti: / la prima alle Ninfe e a Ermete figlio di Maia / offerse, invocandoli. c) Schol. ad l. (II 597 Dind.): anche Semonide dice che i pastori sacrificano “alle Ninfe e al figlio di Maia: / costoro infatti proteggono la stirpe [háim’ échousi] dei pastori” (Sem. fr. 24 P.-T. = 20 W.2). d) Hes. Th. 444-447: [Ecate] con Ermes benigna nelle stalle le greggi fa crescere, / le schiere dei buoi e i branchi grandi di capre / e i branchi di lanose pecore, se così vuole il suo cuore. e) H. Hymn. 19,1s. (a Pan): O Musa, canta il figlio amato di Ermes, / capripede, bicorne, amante del clamore (per la stessa genealogia di Pan cf. Hdt. II 145; Pl. Crat. 408b).

6) Ermes è un dio della fecondità? a) Paus. VI 26,5: la statua di Ermes, che gli abitanti del luogo [Elide] venerano enormemente, è un genitale in erezione [aidoîon …orthón] posto sopra un piedistallo. Per il cosiddetto «scandalo degli Ermocopidi», cf. Thuc. VI 27 e Plut. Alc. 20,4ss. b) Per la funzione e la collocazione delle «erme», cf. per es. Thuc. VI 27 e Athen. X 437b (poste sulla soglia delle case private e dei templi), Paus. II 38,7, III 10,6, VIII 34,6 (poste sul confine dei territori statali), Suda s.v. hermaîon (poste agli incroci come segnavia); cf. Anite, AP IX 314,1-3: Io, Ermes, qui mi ergo presso l’orto ventoso, / nei trivi, vicino alla bianca spuma, / e offro agli uomini affaticati riposo nel cammino. c) Una spiegazione mitica delle erme è in schol. Od. XVI 471: Ermes purificava le strade, e dove aveva condotto la sua purificazione gettava al lato della strada una pietra, che serviva da segnale. Per Ermes come dio della ricchezza, cf. il punto precedente, nonché Hippon. fr. 32 W.2 O Ermes, caro Ermes, cucciolotto di Maia, / …/ dà un mantello a Ipponatte, e una tunichetta, / e sandalucci e babbucce e quanto all’oro, / mettine sessanta stateri sull’altro piatto della bilancia (cf. anche punto 8 per Ermes oggetto di scherno e ironia).

7) Ermes è un dio della morte? Cf. le testimonianza citate sopra (punti 2 e 3), nonché: a) Od. XI 623-626: Un giorno [Euristeo] quaggiù mi mandò, a prendergli il Cane: niente / pensava che sarebbe mai stato più grave di questa fatica! / Ma glielo portai, lo tirai fuori dall’Ade: / Ermete mi fu guida. b) H. Hymn. 2, 334ss.: Zeus dal tuono profondo, che vede lontano, / inviò all’Erebo l’uccisore di Argo, dal caduceo d’oro [chrusórrapin Argeiphónten], / affinché convincendo Ade con abili parole, / la veneranda Persefone fuori dalla tenebra densa / conducesse alla luce del giorno. c) Aesch. Pers. 625ss. Noi canteremo preghiere / a chi scorta i defunti [phthiménon pompoús] / affinché siano benigni, sotterra! / Gea, Ermes, e tu, signore dei morti, / scortate quassù l’anima alla luce! d) Soph. Ai. 831-834: Invoco insieme / Ermes sotterraneo e guida, che mi addormenti con dolcezza, / in un rapido slancio indolore, / quando io mi squarcerò il fianco con questa spada. e) Verg. Aen. IV 242-244 tum uirgam capit: hac animas ille euocat Orco / pallentis, alias sub Tartara tristia mittit, / dat somnos adimitque, et lumina morte resignat.

8) Ermes è un dio degli umili? Per Ermes messaggero, cf. punto 2; a) Sapph. fr. 141 V. e là era stato colmato d’ambrosia un cratere, ed Ermes, presa un’anfora, versò il vino agli dèi; b) Alcae. fr. 447 V. (A-then. X 425c): anche Alceo rappresenta Ermes quale coppiere degli dèi, come fa Saffo. c) Athen. XIV 636b: nella città cretese di Cidonia è dedi-cato a Ermes un tipico ‘carnevale degli schiavi’. d) per aspre ridicolizza-zioni di Ermes, schiavo e sguattero degli dèi, si vedano per es. Aesch. PV 954, 966, 983; Ar. Pax 201s.; Aesop. 90 Hausrath. Al contrario, per Ermes capostipite di dinastie regali, cf. già Il. II 100-108 (lo scettro dei Pelopidi); figlio di Ermes è il re di Corinto Polibo (il «ricco di buoi»), ma anche il Kydon ritenuto fondatore della cretese Cidonia (cf. sopra).

9) Ermes è il dio dei ladri? Oltre all’Inno omerico, si vedano per es.: a) Ermes padre di Autolico (Hes. fr. 64,17s. M.-W.) o suo protettore (Od. XIX 394-398). b) Hippon. fr. 3 W.2 chiamò ad alta voce il figlio di Maia, il sire [pálmus] di Cillene: / «Ermes strangolacani [kunánches] – in meonio Kandáules – / compagno dei ladri [phorôn hetaîre], vieni qua e aiutami a tirar la corda. c) all’immagine tradizionale di Ermes ‘ladro di vacche’ si collega la vicenda di Io e di Argo: che quest’ultimo avesse aspetto di cane è attestato per es. da schol. Aesch. PV 567 e Tz. in Il. p. 153, nonché dal nome stesso Argo; d) la kunágche («tosse canina») è del resto il mezzo con cui Ermes addormenta i cani a guardia delle mandrie di Apollo, secondo Hes. fr. 256 M.-W. e) La protezione concessa da Ermes ai ladri è spesso posta in parallelo (fra l’altro dall’Inno, vv. 516s.) con l’analogo patrocinio concesso ai commercianti; va tenuta presenta, in ogni caso, la connessione di Ermes con tutti gli spazi esterni all’oîkos, nella sua fondamentale opposizione simbolica a Hestia (cf. J.-P. Vernant, Mito e pensiero presso i Greci, trad. it. Torino 1978, pp. 147-200.